PIANO URBANISTICO COMUNALE: MAI PIU' RINVII
Abbiamo già accennato alla necessità di recuperare il tempo perso, accelerare l’avvio di una nuova programmazione, intervenire su problemi a lungo lasciati in sospeso. Uno per tutti: il piano urbanistico comunale, cioè il documento di pianificazione primario, strategico, propedeutico allo sviluppo. Piedimonte Matese si è estesa in maniera caotica, irregolare, disarmonica. Eppure si lavora al piano urbanistico da 20 anni. Prima la giunta Sarro, poi la giunta Cappello, con, in mezzo, una fase commissariale, un contenzioso innanzi alla giustizia amministrativa, procedure ripetute più volte per il susseguirsi delle norme e per i mutamenti giuridici legati al passare degli anni, affidamenti all’Università e all’Autorità di Bacino. La domanda è: perché in venti anni non si è riusciti ad approvare un piano urbanistico? Possibile che una cittadina di 12.000 abitanti continui ad avere uno sviluppo poco regolare, continui a divorare suolo, non pianifichi con serietà le dinamiche di organizzazione territoriale e, soprattutto, si serva ancora di un vecchio programma di fabbricazione del 1978? La prossima amministrazione comunale dovrà – e ribadiamo dovrà – cominciare proprio dal piano urbanistico e portare a compimento l’iter procedurale.
#piedimontefutura
Questa è una delle questioni più delicate su cui, per troppo tempo, si è preferito declinare il verbo "procrastinare" praticamente all'infinito, lasciando sul tavolo problemi irrisolti e questioni tuttora aperte. In questo scenario nessuno può chiamarsi fuori, dato che tutti, a vari livelli e con diversi gradi di responsabilità, hanno contribuito non poco a che si arrivasse allo stato penoso in cui - obtorto collo - siam costretti a vivere. C'è una sottile linea rossa che riguarda il confine tra la volontà di comprendere e la tentazione di giustificare: è ora che qualcuno spezzi questa linea assolutoria e sgombri il cielo dalle nuvole.
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