Mollare tutto e partire. Poi tornare per dare luce al futuro

Avevo appena finito il servizio di leva quando decisi di andare via da Piedimonte Matese, con il rancore di lasciare i miei familiari e soprattutto la mia città natale che tanto amo. Ma ero deciso più che mai, perché ero consapevole che, nello stato in cui essa si trovava, non garantiva un futuro a chi, come me, necessitava di vivere in pieno la città. Una città in cui avere possibilità di lavorare. Dove poter godere e, perché no, vantarsi delle proprie ricchezze paesaggistiche. In cui un giovane ha spazi, ambienti ed eventi in cui potersi divertire. Dove si può avere le possibilità di metter su famiglia e garantire serenità ai propri figli. Ho vissuto per sette anni in provincia di Ancona, in alcune realtà anche molto più piccole di Piedimonte ma "vive" in tutto, dal turismo allo sport, dalle fabbriche, popolate di lavoratori sereni che godevano di tutti i propri diritti, all'agricoltura che valorizzava la terra e i suoi prodotti, fino ad amministrazioni e associazioni che organizzavano eventi capaci di riempire le piazze. Avevo trovato lì tutto ciò che un ragazzo, all'epoca di appena vent'anni, potesse desiderare. Ma, ahimè, l'amore per la mia città era talmente tanto da farmi decidere di tornarvi, pur consapevole di trovarla in una situazione identica se non peggiore di quella in cui l'avevo lasciata. Ricordo però che mi feci una promessa: "Nel mio piccolo, e anche da solo, avrei fatto di tutto per cercare di dare una nuova luce alla mia città". Nel tempo, grazie alla potenza comunicativa dei social, ho riunito un gruppo di amici di tutte le età, con cui ho iniziato a creare feste. E più ne organizzavo, più mi rendevo conto che il numero delle persone aumentava. Era evidente la loro necessità di vivere e gioire, in comunità, le serate pedemontane. Ho avuto il piacere di fare nuove amicizie. Insieme condividiamo le stesse idee di città, lo stesso amore per il nostro territorio, e soprattutto la stessa voglia e grinta di dare speranza e futuro alla nostra amata città.

Salvatore Mattei

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